Rapporto sull'andamento del mercato del lavoro - I trimestre 2025
Data:24/09/2025
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Contesto regionale ancora caratterizzato da un clima di incertezza
Nel primo trimestre del 2025, i dati congiunturali di Unioncamere Lombardia e della Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia1 restituiscono un quadro in cui emergono alcune specificità a livello territoriale. La provincia di Cremona si distingue per una maggiore vitalità rispetto alla media lombarda.
Manifatturiero e artigianato nella provincia seguono un andamento simile, con risultati positivi su produzione, fatturato e ordinativi. Tuttavia, questa situazione positiva si inserisce in un contesto regionale ancora caratterizzato da elementi di incertezza, che richiedono attenzione e prudenza nelle valutazioni per il futuro.
In Lombardia, la produzione industriale e artigianale continua ad attraversare una fase di lieve contrazione su base annua, con un calo rispettivamente dello 0,4% e dello 0,3%. Tuttavia, a fronte di questa debolezza produttiva, il fatturato risulta in crescita sia per l’industria che per l’artigianato (+0,7% per entrambi i comparti).
Anche sul fronte degli ordinativi emergono differenze tra il traino estero e la domanda interna: gli ordini esteri segnano un incremento netto (+3,1% per il manifatturiero, mentre per l’artigianato la dinamica resta più fiacca a -0,2%), mentre la domanda interna si mantiene complessivamente stabile o in lieve aumento (+0,3% nell’industria, praticamente invariata nell’artigianato).
A Cremona produzione e fatturato crescono sia per manifatturiero che artigianato
A livello provinciale, Cremona si distingue per una performance più robusta e decisamente migliore rispetto alla media regionale. Produzione e fatturato crescono sia per il manifatturiero che per l’artigianato. Nell’industria, la provincia registra infatti un aumento della produzione dell’1,5% e del fatturato del 2,8%.
Anche gli ordinativi seguono questa tendenza, con una crescita pronunciata degli ordini esteri (+4,7%) e degli ordini interni (+1,8%). Anche la componente artigiana mostra risultati positivi, con una crescita della produzione del 3,3% e del fatturato dell’1,8%, dinamica ben più marcata rispetto allo scenario lombardo, oltre che degli ordinativi complessivi (+0,4%).
Le aspettative degli imprenditori cremonesi per il II trimestre 2025 rimangono incerte o negative
Nonostante questi buoni risultati sul fronte di produzione, fatturato e ordinativi, le aspettative degli imprenditori cremonesi per il secondo trimestre 2025 rimangono incerte o negative, mentre a livello regionale prevale un clima di cauto ottimismo per il manifatturiero e maggiore incertezza per l’artigianato.
Ancora in calo il numero delle imprese attive sebbene in rallentamento
Nel primo trimestre del 2025, il tessuto imprenditoriale della provincia di Cremona ha visto una nuova riduzione del numero di imprese attive, pari a 32 unità rispetto al trimestre precedente. Tale dinamica di contrazione segue una già significativa diminuzione osservata nell’ultimo trimestre del 2024, quando il saldo era risultato negativo per 97 unità. Alla fine del periodo di riferimento, il totale delle imprese attive si attesta così a 24.717 unità.
Questo livello risulta sostanzialmente in linea con il dato registrato nel primo trimestre del 2024, in cui le imprese attive ammontavano a 24.711, che rappresenta il punto più basso rilevato nell’intero arco temporale considerato.
Maggiore vitalità del comparto terziario
Nel confronto annuale tra il primo trimestre del 2024 e quello del 2025, la struttura produttiva della provincia di Cremona manifesta andamenti differenziati a livello settoriale. In particolare, il comparto agricolo registra una riduzione significativa delle imprese attive: il saldo è negativo per 59 unità, corrispondente a una variazione del -1,7%.
Anche il settore industriale evidenzia una lieve diminuzione, pari a 4 imprese in meno (-0,1%), coerente con la fase di debolezza che continua a caratterizzare la manifattura locale. Di segno opposto è invece la dinamica nel settore dei servizi, dove si rileva un incremento di 69 imprese attive, pari a una crescita dello 0,5% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
Questo dato conferma una maggiore vitalità del comparto terziario nell’ambito del tessuto economico cremonese.
Considerando ora la dinamica congiunturale, ossia il confronto rispetto al quarto trimestre del 2024, emergono ulteriori elementi di interesse. In agricoltura il numero delle imprese attive diminuisce di 36 unità (-1,1%), mentre nel settore industriale si riduce di 9 unità (-0,1%). Il segmento dei servizi mostra invece un incremento di 13 unità (+0,1%), il che conferma una ripresa, rispetto ai trimestri precedenti, della crescita del numero delle imprese attive in questo settore.
Contesto congiunturale caratterizzato da un costante processo di selezione e rinnovamento della base imprenditoriale provinciale
L’analisi degli indicatori relativi alla demografia d’impresa nella provincia di Cremona per il primo trimestre del 2025 mette in evidenza un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio, pari a -77 imprese. Pur confermandosi un valore che riflette una contrazione della base imprenditoriale, la dimensione del saldo negativo risulta meno accentuata rispetto a quanto osservato nei trimestri precedenti: nel primo trimestre del 2024 si era registrato un decremento di -133 imprese, mentre nel quarto trimestre dello stesso anno il saldo era pari a -96 unità.
Nel dettaglio, i dati riferiti al primo trimestre del 2025 mostrano un dinamismo significativo dal lato delle nuove aperture: sono state infatti registrate 527 nuove iscrizioni, il numero più elevato di nuove imprese nell’intero periodo preso in esame. Sul versante opposto, si rilevano 604 cessazioni non d’ufficio nello stesso periodo, un dato che, sebbene inferiore rispetto al picco registrato nel primo trimestre del 2024 (quando le cessazioni avevano raggiunto quota 609), si posiziona comunque ad un livello tra i più alti del periodo considerato.
Ore di CIG autorizzate ancora in calo, ma su livelli superiori a quelli del 2023
I dati INPS mostrano che nel primo trimestre del 2025, il volume complessivo delle ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) autorizzate in provincia di Cremona ammonta a 322.000 unità. Tale valore segnala una marcata contrazione: rispetto al trimestre precedente (quarto trimestre 2024) si registra una diminuzione del 60%, mentre il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia una riduzione del 42,5%.
Malgrado questa dinamica decrescente, il numero di ore autorizzate nel primo trimestre 2025 rimane comunque quasi doppio rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2023, in cui si registravano poco più di 163.000 ore autorizzate. La quasi totalità delle ore autorizzate nel primo trimestre 2025 riguarda la CIG ordinaria: si tratta di circa 319.000 ore, che corrispondono al 99,1% delle autorizzazioni complessive.
Le ore di CIG straordinaria risultano significativamente inferiori, attestandosi intorno alle 3.000 unità, tutte concentrate in modo specifico nel comparto della carta, stampa ed editoria e riconducibili a interventi per riorganizzazione e situazioni di crisi aziendale. Si segnala inoltre la totale assenza di ore autorizzate per la CIG in deroga, in linea con la tendenza già rilevata sia nel 2023 che nel 2024.
Dal punto di vista settoriale, la distribuzione delle ore di CIG autorizzate risulta fortemente polarizzata. Oltre i quattro quinti (l’82,5%) delle ore complessive si concentrano in tre settori industriali: alimentare (33,8%), tessile (29,4%) e pelli, cuoio e calzature (19,3%).
Il dato congiunturale mostra una ripresa dei flussi in ingresso e una significativa contrazione delle cessazioni determinando un saldo positivo
Nel periodo gennaio-marzo del 2025, in provincia di Cremona si sono registrati 14.618 avviamenti (ovvero nuove attivazioni di rapporti di lavoro). Tale volume rappresenta una lieve contrazione, quantificabile nello 0,9%, rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, ad indicare una contenuta contrazione su base tendenziale.
Nel confronto con il quarto trimestre del 2024, si osserva invece un significativo incremento del numero di avviamenti, con un aumento pari al 21,1%. Questo dato suggerisce una dinamica stagionale positiva all’ingresso del nuovo anno, in controtendenza rispetto alla chiusura dell’anno precedente. Per quanto concerne le cessazioni dei rapporti di lavoro, il periodo considerato totalizza 9.507 unità.
Questo valore appare sostanzialmente in linea con quello registrato nel primo trimestre del 2024, mostrando infatti solo un leggero aumento dello 0,3%. Si rileva invece una netta riduzione delle cessazioni nel confronto con il trimestre immediatamente precedente: la diminuzione è pari al 36,4%, attestando una significativa flessione dei rapporti di lavoro conclusisi nella fase di apertura del 2025 rispetto alla conclusione del 2024.
Dall’analisi congiunta dei flussi di avviamento e cessazione, il saldo occupazionale del primo trimestre 2025 risulta positivo e pari a 5.111 unità. Tale risultato evidenzia una decisa inversione rispetto al saldo negativo registrato nell’ultima parte del 2024 (pari a -2.887 unità) e si mantiene su valori sostanzialmente analoghi – sebbene di poche centinaia di unità inferiori – rispetto al saldo positivo osservato nel primo trimestre del 2024, che era stato di 5.279 unità.
Questi dati suggeriscono, nel complesso, una tenuta del mercato del lavoro nella fase iniziale del 2025, caratterizzata da una ripresa dei flussi in ingresso e da una significativa contrazione delle cessazioni rispetto alla chiusura dell’anno precedente.
L’analisi disaggregata per genere dei flussi occupazionali nel primo trimestre del 2025 mostra come, nel periodo considerato, il numero degli avviamenti al lavoro abbia superato quello delle cessazioni in entrambe le componenti di genere, evidenziando una dinamica occupazionale favorevole sia tra gli uomini sia tra le donne.
Tuttavia, la portata di tale differenziale risulta sensibilmente più marcata nella componente maschile: il saldo positivo tra avviamenti e cessazioni riferito agli uomini si attesta a +3.397 unità, a fronte di un saldo positivo pari a +1.714 unità rilevato per la componente femminile. La quota di contribuzione al saldo occupazionale complessivo imputabile alla componente maschile risulta quindi preponderante.
Nello specifico, circa due terzi del saldo complessivo positivo osservato nel periodo in esame – corrispondenti esattamente al 66,5% – derivano dalla differenza tra avviamenti e cessazioni rilevata per il genere maschile.
Questo dato mette in evidenza come la dinamica espansiva del mercato del lavoro nella fase iniziale del 2025 sia stata trainata prevalentemente dalle posizioni lavorative maschili, mentre la componente femminile, pur registrando anch’essa un saldo attivo, incide sul risultato complessivo in misura relativamente minore.
L’analisi dei flussi occupazionali disaggregati per classe di età nel primo trimestre del 2025 evidenzia un risultato positivo sia per la fascia giovanile (15-29 anni), sia per quella degli ultracinquantenni.
In particolare, tra i più giovani il saldo tra avviamenti e cessazioni risulta pari a +1.721 unità, attestandosi su livelli più elevati rispetto a quanto osservato nella coorte degli over 50, la quale fa rilevare un saldo comunque positivo, sebbene inferiore, pari a +1.078 unità.
Tuttavia, nel confronto col trimestre precedente (il quarto del 2024), nonostante il saldo rimanga positivo tra i giovani di 15-29 anni, si osserva una contrazione di 1.108 unità rispetto ai valori del trimestre immediatamente precedente.
Al contrario, tra i lavoratori ultracinquantenni si rileva un’evoluzione positiva, seppur contenuta in termini assoluti: il saldo tra avviamenti e cessazioni cresce di 64 unità rispetto al trimestre precedente.
L’esame della distribuzione territoriale dei flussi di avviamento al lavoro nel primo trimestre del 2025 evidenzia come la maggioranza delle nuove attivazioni di rapporti di lavoro continui a concentrarsi all’interno della circoscrizione afferente al Centro per l’Impiego di Crema.
In particolare, nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2025, il 38,3% degli avviamenti totali è stato registrato in questo ambito territoriale. Tale incidenza conferma una tendenza strutturale già osservata nei trimestri precedenti degli ultimi anni, sebbene con oscillazioni limitate di alcuni punti percentuali nei diversi trimestri.
Una configurazione analoga si riscontra anche nell’analisi delle cessazioni dei rapporti di lavoro: nel primo trimestre del 2025, infatti, il 41,6% delle interruzioni contrattuali risulta riferibile sempre alla circoscrizione del Centro per l’Impiego di Crema.
Lieve flessione nella quota di avviamenti a tempo indeterminato
La quota di avviamenti a tempo indeterminato mostra una lieve flessione rispetto al trimestre precedente: i nuovi rapporti a carattere stabile costituiscono infatti il 17% del totale degli avviamenti, una percentuale inferiore di due decimi di punto rispetto al valore rilevato nel quarto trimestre del 2024. La contrazione risulta ancor più marcata se si considera il confronto con il primo trimestre del 2024, periodo nel quale la quota degli avviamenti a tempo indeterminato si attestava al 18,2%.
Parallelamente, si osserva una significativa crescita della quota relativa degli avviamenti con contratti a tempo determinato. In particolare, il peso percentuale di questi ultimi passa dal 51,7% del quarto trimestre 2024 al 53,4% nel trimestre gennaio-marzo 2025, evidenziando un incremento di oltre un punto e mezzo percentuale.
Anche in ottica di confronto annuale, la quota di rapporti a tempo determinato risulta superiore rispetto al primo trimestre del 2024, quando si attestava al 52,6%.
Cresce la quota di avviamenti nell’industria sebbene continuino a prevalere gli avviamenti nel commercio e nei servizi
Dal punto di vista settoriale, la distribuzione degli avviamenti mostra una concentrazione prevalente, benché in diminuzione, nel comparto del commercio e dei servizi. Oltre la metà dei nuovi avviamenti (ossia il 52,2% del totale) è riconducibile a questo aggregato settoriale, tuttavia si osserva una considerevole riduzione di tale quota rispetto sia al trimestre precedente (quando era pari al 65,6%), sia al primo trimestre dell’anno precedente (54,5%).
Di contro, il settore industriale evidenzia una dinamica opposta: la quota di avviamenti riferita all’industria aumenta, passando dal 23,8% dell’ultimo trimestre del 2024 al 25,7% registrato tra gennaio e marzo 2025. Tale valore, inoltre, si colloca sette decimi di punto percentuale al di sopra della quota rilevata nello stesso periodo del 2024.
Causa principale delle cessazioni è la fine di rapporti a termine ma le dimissioni volontarie sono comunque rilevanti
Nel primo trimestre del 2025, così come in tutti i trimestri considerati, la principale causa di cessazione dei rapporti di lavoro è la scadenza dei contratti a termine, che rappresenta il 53,7% dei casi. Questo dato è in linea con la forte presenza di avviamenti a tempo determinato.
Tuttavia, anche le dimissioni volontarie hanno un peso significativo: da gennaio a marzo 2025, il 28,9% dei rapporti di lavoro si è concluso per scelta del lavoratore. Questa percentuale è superiore a quella registrata nell’ultimo trimestre del 2024 (20,7%), ma leggermente inferiore rispetto al primo trimestre dello stesso 2024 (29,8%). In generale, le dimissioni volontarie tendono ad essere più frequenti nei primi mesi di ogni anno.
Assunzioni previste dalle imprese in calo
I dati più recenti rilevati dal Sistema informativo Excelsior mostrano che, nel secondo trimestre del 2025 (ovvero nel periodo compreso tra aprile e giugno), le imprese operanti nella provincia di Cremona hanno espresso l’intenzione di procedere con l’assunzione di 6.860 lavoratori3.
Tale valore risulta in diminuzione del 9,7% rispetto a quanto osservato nel primo trimestre del medesimo anno. Inoltre, le previsioni di assunzione riferite al secondo trimestre del 2025 risultano inferiori rispetto a quelle rilevate nello stesso periodo dell’anno precedente, quando i flussi di entrata previsti ammontavano a 7.280 unità.
L’analisi settoriale della domanda di lavoro evidenzia come oltre un terzo delle nuove assunzioni programmate (pari al 35% del totale) sia localizzato nel comparto manifatturiero; tale quota, tuttavia, risulta in contrazione di 2,2 punti percentuali rispetto a quanto osservato nel primo trimestre del 2025.
Il settore dei servizi alle imprese si conferma l’altro grande attrattore della domanda di lavoro, assorbendo il 23,8% delle assunzioni previste, quota che registra un incremento, seppure marginale, di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Risultano invece più significativi gli aumenti, tra un trimestre e l’altro, della quota di assunzioni previste nel settore degli alloggi, ristorazione e turismo (+0,8 p.p.) e in quello delle costruzioni (+0,6 p.p.).
Per quanto concerne la dimensione aziendale, si rileva che oltre la metà delle assunzioni programmate (il 53,2%) dovrebbero avere luogo nelle imprese di piccola dimensione (con un numero di addetti compreso tra 1 e 49), nonostante questa quota mostri un calo di 2,9 punti percentuali rispetto al primo trimestre dell’anno. Al contrario, è rilevabile una crescita delle quote di assunzioni previste nelle imprese di media dimensione (50-249 addetti), per le quali si registra un aumento di 0,4 punti percentuali, e, in maniera ancora più accentuata, nelle imprese di grande dimensione (250 addetti e oltre), dove la quota sale di 2,5 punti percentuali sul trimestre precedente.
1 Unioncamere Lombardia e la Camera di Commercio di Cremona, Mantova e Pavia realizzano trimestralmente indagini sulle imprese dei settori
dell’industria, artigianato, commercio, costruzioni, servizi e agricoltura, consentendo l’acquisizione di importanti indicatori quali, ad esempio, le variazioni
congiunturali e tendenziali di produzione, fatturato e vendite dichiarate dalle imprese.
2 Per maggiori informazioni sull’attuale fornitura di dati COB si consulti il documento disponibile al seguente link: Nota metodologica sui dati statistici COB (Giugno_2024).
3 Le assunzioni previste dalle imprese per il I trimestre 2025 (fonte Excelsior) differiscono dagli avviamenti di contratto effettivamente avvenuti (fonte COB) non solo per la natura previsiva del dato, che lo differenzia da quello contabilizzato ex-post, ma soprattutto per il fatto che il Sistema informativo Excelsior non considera i flussi dell’agricoltura e del lavoro domestico e non vengono conteggiati i contratti di durata inferiore ad un mese di calendario.